C: Artista musicale o gruppo preferito?
S: Gli Stone Roses
C: Un cocktail?
S: Un ottimo gin tonic con una fettina di lime e qualche bacca di ginepro
C: Passiamo al design…Minimalismo o Massimalismo?
S: Non ho pregiudizi, amo il minimalismo, ma venendo da una città barocca come Lecce nelle vene ho anche un approccio che, a volte, riconosco massimalista.
Non vuol dire che le due cose non possano coesistere quindi direi "massimalismo minimale", un giusto equilibrio tra la forma pulita e la peculiarità del dettaglio, a volte, del decoro.
C: Il maestro o i maestri del design che ti hanno reso chi sei oggi?
S: Come dicevo in me convivono diverse sfaccettature ed ho interessi molto differenti. Apprezzo Mari e Castiglioni, Mangiarotti e anche Sottsass, Memphis e Superstudio. Mi piace tutto quello che sia riuscito ad interpretare il tempo in cui viveva creando un linguaggio molto preciso ed unico.
C: Architettura o Monumento preferito?
S: Ho la fortuna di abitare a Milano molto vicino alla chiesa dei SS. Giovanni Battista e Paolo di Figini e Pollini ed è un monumento che mi ha sempre affascinato: una struttura rigida, squadrata, monolitica ma con un carattere ancorato al territorio con la sua facciata rivestita in mattoni laterizi rossi.
L'interno è in dissonanza con l'esterno, lo stesso rigore minimalista ma svuotato dall'aspetto caldo del laterizio lasciando spazio al cemento armato, i tagli di luce enfatizzano alcuni angoli emblematici come il tabernacolo restituendo la sacralità del luogo.
"Il risultato è spesso molto più di una lampada: un oggetto dal design unico e studiato, dalla forte capacità evocativa e dallo stile sempre dichiaratamente italiano."
C: Cosa vuol dire progettare un prodotto di illuminazione?
S: Progettare la luce è sempre una sfida accattivante ed anche piena di attenzioni e cura. Ombre/Luci e semplicità, attenzione al dettaglio e regole da seguire.
SERVOMUTO si distingue dai brand di produzione su larga scala perché persegue da sempre un obiettivo ambizioso: rivisitare un oggetto classico come il paralume attraverso uno sguardo giocoso e sognante ma sposando, nella realizzazione, un rigore quasi sartoriale.
Il risultato è spesso molto più di una lampada: un oggetto dal design unico e studiato, dalla forte capacità evocativa e dallo stile sempre dichiaratamente italiano.
Proprio come in un atelier di alta sartoria, le lampade prendono vita dall'uso di nobili materiali e pregiati tessuti che vengono sapientemente accostati, sperimentando con colori e texture inusuali. Le scelte stilistiche vengono enfatizzate dalla lavorazione orgogliosamente artigianale: dalle strutture in metallo curvato passando per i plissé, fino alle finiture applicate da sarte esperte il “fatto a mano” è più che mai autentico. Ecco il motivo per cui Servomuto è diventato un brand di riferimento di un certo modo di fare illuminazione, ecco perchè adesso è tanto imitato.
C: Com’è stato e com’è lavorare con Contardi?
S: Sin dai primi contatti, dai primi scambi di idee è sempre stato un piacere lavorare con Contardi.
Un'azienda sana con una struttura elaborata che però riesce a conservare un approccio diretto ed intimo, una rete di collegamento e di rapporti umani con i designers che è la chiave del successo delle collaborazioni che spesso hanno lunga durata.
L'attitudine nell'affrontare e risolvere le piccole difficoltà del lavoro e nel trovare soluzioni che rispecchiano sempre il progetto proposto dal designer mettendo sempre al primo posto il rispetto del lavoro e delle persone è certamente un punto di forza di Contardi che mi ha coinvolto e...catturato!
C: Com’è nata la collezione? Cosa ti ha ispirato?
S: Mi è stato chiesto di pensare ad una serie di Lampade da esterno che avessero l’eleganza e la ricercatezza tipiche di una lampada da arredo domestico trasferita poi all’esterno come, quindi, se se ne facesse un uso decontestualizzato.
Ho pensato ad alcune decorazioni molto in voga negli anni '70: gli steli della Typha, una pianta tipica delle zone paludose che caratterizza e connota gli argini di fiumi e laghi. Essiccata, era facile da trovare negli interni di case cittadine proprio per la sua forma elegante e duratura.
La famiglia Lagoon si ispira al rigore, la bellezza e la semplicità della Typha,
Le tre altezze e le dimensioni diverse di Lagoon permettono alle lampade di vivere in gruppo creando una “foresta luminosa” proprio come la vegetazione infestante della Typha mentre la forma lineare dei paralumi enfatizza la scelta fatta per i tessuti che li caratterizzano ed identificano.
C: Tre parole con cui descriveresti il tuo prodotto per Contardi.
S: Iconico, caldo e unico.
C: Come sarà la luce nel futuro?
S: In questo momento storico pensando alla luce come fonte energetica vorrei
provocatoriamente rispondere: "costosa"!
Più seriamente, pensando alla progettazione nel settore dell'illuminazione credo si debba pensare a fonti a basso consumo, energie rinnovabili, investire ed implementare la ricerca sull'energia solare applicata alla progettazione di prodotti.
È innegabile che l'approccio debba essere rivolto alla salvaguardia dell'ambiente, all'utilizzo di materiali ecosostenibili, anche, forse, riciclati e riciclabili.
Il mio augurio è quello che soprattutto si proceda verso una progettazione più consapevole e duratura.