Chatting with... Massimiliano Raggi

C: Artista musicale o gruppo preferito?

M: Sono un figlio degli anni 80 pertanto direi Sade.

C: Un cocktail?

M: Preferisco le bollicine.

C: Passiamo al design…Minimalismo o Massimalismo?

M: Credo che siano definizioni superate quando parliamo di stile io ritengo che nel momento in cui si concepisce un interno o un oggetto sia più interessante parlare di personalità e interpretazione.

Ho sempre pensato che quando si progetta qualcosa e si attinge all’archivio della propria memoria sia importante possedere delle informazioni visive, culturali e saperle miscelare per cercare l’armonia, la forza e la personalità di un prodotto.

C: Il maestro o i maestri del design che ti hanno reso chi sei oggi?

M: I miei riferimenti sono tanti ed eterogenei, sia negli stili che nelle personalità del design, dell’architettura classica, moderna e contemporanea. Posso dire che le mie influenze provengono del nord Europa, ho sempre ammirato gli Interior designer belgi e francesi ma in particolare modo molti degli architetti e designer italiani che tra gli anni 60 e 80 hanno disegnato prodotti e collezioni conosciuti in tutto il mondo e che hanno dato al design italiano una riconoscibilità internazionale.

"Quando parliamo di stile ritengo che nel momento in cui si concepisce un interno o un oggetto sia più interessante parlare di personalità e interpretazione."

C: Architettura o Monumento preferito?

M: La stazione centrale di Milano: un’architettura senza tempo, austera, elegante, ricca di dettagli da scoprire.

C: Cosa vuol dire progettare un prodotto di illuminazione?

M: In genere come prima cosa penso a che destinazione avrà e dove potrò utilizzarlo e mi affido subito alla mia creatività schizzando sul mio taccuino idee e forme appuntandomi anche alcuni riferimenti.

Poi faccio ricerche per capire cosa c’è nel mercato, cerco di capire se avrà un carattere ed una percezione decorativo/emozionale o più tecnico .

Ovviamente poi la parte tecnica e tecnologica è fondamentale e il rapporto con l’azienda che lo produce e lo commercializza diventa essenziale.

Massimiliano Raggi

C: Com’è stato e com’è lavorare con Contardi?

M: Fin dall’inizio per me è stata un’esperienza straordinaria per le tante affinità. Le capacità tecnica, la professionalità e lo sguardo sul prodotto di Contardi sono fin da subito stati uno stimolo per me per costruire una collaborazione profonda e duratura e dare il meglio. Contardi mi ha sempre fatto sentire in famiglia e dalla nostra intesa e collaborazione sono nati prodotti che ancora oggi dopo tanti anni sono in collezione e vengono apprezzati.

C: Com’è nata la collezione? Cosa ti ha ispirato?

M: Per i nuovi prodotti ho lavorato sul concetto di leggerezza e semplicità. Creare dei segni luminosi, elementari e fruibili.

C: Tre parole con cui descriveresti il tuo prodotto per Contardi.

M: Personalità, tecnologia, dettaglio.

C: Come sarà la luce nel futuro?

M: Credo sia in atto una rivoluzione e ci sia una grande sensibilizzazione verso il pubblico nel campo delle energie rinnovabili, del basso consumo e nel settore dell’utilizzo dei materiali eco-friendly. Ritengo che come designer ed architetti dovremo essere sempre più consapevoli ed integrare sempre questa riflessione quando ci accingiamo a progettare un oggetto che avrà un ciclo produttivo e una vita all’interno o all’esterno degli ambienti dove viviamo e ci muoviamo.

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